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chiarapesentiagost

Maggiorenne

Mi chiamo Marta e ho 18 anni da sette ore e quattordici minuti.

Come mi sento? Uguale a prima, in un certo senso: stessa faccia, coi brufoli e tutto, stesse paranoie, stessi chili di troppo, stessa famiglia di merda.

La prima cosa che ho fatto oggi, è stato iscrivermi a scuola guida, così fra un po’ potrò prendere l’auto della mamma e andare dove mi pare, il più lontano possibile.

Pensa che bello, puoi votare, adesso, mi ha detto il nonno, come se a me fregasse qualcosa di quei pagliacci in giacca e cravatta che prendono le decisioni al posto nostro; ti puoi firmare da sola le giustificazioni, così puoi bigiare la scuola senza che se ne accorgano! ha bisbigliato quella scema di mia sorella, che ha 19 anni e si sente molto figa; se uccidi qualcuno, diventi responsabile penalmente, ha concluso mia madre, con la sua solita leggerezza, chiudendo il discorso con quella perla di saggezza che proprio mi mancava.

Solo mio padre non ha detto nulla a proposito dei miei diciotto anni; non ha fatto in tempo: quando l’ho ucciso, dieci ore fa, ne avevo ancora diciassette.


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