“La verità è che vorrei tanto trovare qualcosa di bello da fare…” buttò lì Cheddolce, con voce querula, mentre beveva un caffè a casa di Cheddonna.
“Ma non vai già al corso di Pilates e a quello di ricamo, mentre i ragazzi sono a scuola?” si informò la sorella.
“Si, certo, tre mattine alla settimana, e la quarta tra parrucchiere ed estetista mi vola via in un soffio, ma al martedì non ho impegni e mi annoio terribilmente!”
insistette lei, con aria grave.
“Hai mai pensato di fare del volontariato? Noi della onlus “Aiuta, che il Ciel ti aiuta” ci riuniamo una volta al mese a casa mia per raccogliere vestiti usati per i poveri, e intanto facciamo il cambio di stagione. Potresti unirti a noi!”
“Preferirei lavorare con i bambini, sai che li adoro!”
“Beh, qui in città c’è un centro per bambini maltrattati..”
“Oh, no, non ce la farei mai a guardarli negli occhi…”
“La pediatria cerca sempre volontari per far giocare i piccoli…”
“Ma cara, sai che io sono cagionevole di salute! Mi ammalerei in continuazione!”
“I bambini disabili, allora!” Cheddonna cominciava a dare segni di impazienza.
“Troppo impegnativo…”
“Ho trovato! Il canile! A te sono sempre piaciuti gli animali. Ti ricordi la Gloria? Sua nonna giocava a carte con Nonnanenna, prima che la ricoverassero alla casa di riposo. Ci va tutti e sabati e le domeniche”
“A trovare sua nonna?” si informò Cheddolce.
“Ma no, a far passeggiare i cani!”
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