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chiarapesentiagost

Cortesie per gli ospiti.



“Driiiin…Pronto, Cheddonna? Sto tornando a casa, hai già preparato da mangiare? No? Perché ho incontrato Osvaldo, mi sembrava un po’ giù e ho pensato di invitarlo a cena. Non ci sono problemi, vero?” disse Miomarito, dall’altro capo del telefono.

“Ma…tra quanto tempo arrivate?” rispose Cheddonna con voce strozzata. Se c’era una cosa che non aveva mai sopportato erano gli ospiti a sorpresa.

“Tra tre quarti d’ora siamo lì, il tempo di prendere un aperitivo. A presto!” e Miomarito concluse la telefonata, lasciando Cheddonna in preda ad una crisi isterica. Guardando l’orologio si accorse che erano già le 19.15.

“E adesso come faccio? Per la cena posso fare un salto alla rosticceria sotto casa, ma non ce la farò mai ad apparecchiare come si deve per le otto!”

Di ritorno dal negozio, Cheddonna si affrettò ad aprire i pacchetti, ad accendere il forno e a riscaldare le numerose portate che aveva acquistato, infine si precipitò davanti alla credenza in cui erano custoditi i servizi di piatti che amava collezionare. I suoi occhi andavano febbrilmente dall’uno all’altro, non riuscendo a soffermarsi su di uno in particolare. “Meglio i piatti col bordino dorato, i sottopiatti di vetro di murano e i calici di cristallo di Boemia, con la tovaglia di fiandra bianca, o i piatti multicolor con il servizio all’americana, più informale? Ho deciso: scelgo il servizio black and white con la tovaglia pied de poule. Semplice, ma chic” e Cheddonna, estratti dal ripiano i piatti, le posate e i bicchieri coordinati, li sistemò con cura sulla tovaglia perfettamente stirata, apprestandosi ad ammirare il risultato dei suoi sforzi.

“Cielo, il centrotavola! Accidenti a Miomarito e ai suoi inviti dell’ultima ora” esclamò con disappunto. Ormai, a quell’ora, i negozi erano di certo chiusi e non c’era modo di rimediare alla dimenticanza.

Mentre pensava ad una soluzione d’emergenza, Cheddonna sentì le chiavi girare nella serratura, e, un istante dopo, Miomarito entrò in casa, preceduto da Osvaldo.

“Ciao, Cheddonna. Spero di non averti messo in difficoltà con questo invito all’ultimo momento. Purtroppo, tutti i negozi erano chiusi, allora ho pensato di portarti questo…” e Osvaldo le porse un ramo di pesco ricoperto di fiori appena sbocciati.

Cheddonna prese un vaso, vi sistemò con cura i fiori e lo pose al centro della tavola. Il rosa dei petali si armonizzava perfettamente con il bianco e nero delle stoviglie.

“Neanche a farlo apposta” pensò, guardando compiaciuta quella semplice composizione, estemporanea come quell’ospite inatteso.

“Accomodati, prego” gli disse, infine “e raccontaci un po’ di te…”


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