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Cheddonna no limits (prima parte)

chiarapesentiagost

“Bip bip biiip.”La lucina della segreteria telefonica lampeggiava con petulante insistenza quando Cheddonna, con le braccia cariche di sacchetti della spesa , varcò la soglia del suo appartamento. Il display digitale annunciava tre nuovi messaggi. Il primo era di Arabella, la babysitter del Principe, che si dava malata per la terza volta in un mese; il secondo era di una società telefonica che proponeva la nuova, fantastica offerta “internet oltre ogni limite”; e l’ultimo era di Cheddolce, la sorella maggiore di Cheddonna. “Pronto, tesoro? Non sei in casa? Peccato, volevo venire a trovarti…avrei bisogno di parlarti…Richiamami! Un bacio!” Cheddonna iniziò a sistemare con cura la spesa nella dispensa, poi si fece un caffè e sedette a riflettere. “Quando mia sorella vuole parlarmi, ci sono guai in vista!” rimuginava tra sé. “Chissà cosa vorrà questa volta!”. Ciononostante, dopo aver dato la caccia al cordless per tutta la casa, Cheddonna compose il numero della sorella, non senza una sottile sensazione di imminente catastrofe. “Pronto, Cheddolce? Sono io! Ho trovato il tuo messaggio…Avevi bisogno di me?” si informò Cheddonna, quando sentì che, dall’altra parte del filo, qualcuno aveva alzato il ricevitore. “No, bambèn, sono la NonnaNenna. Tua sorella sta guardando la puntata dell’ "Isola dei famosi", per questo ho risposto io!” “NonnaNenna! Che ci fai lì? Non dovevi essere al mare per tutto l’inverno?” esclamò stupita Cheddonna. “Eh…è una lunga storia…per farla breve mi sono rotta una gamba e devo tenere il gesso per un mese. Potrai ben capire che, conciata così, non posso certo rimanere da sola! Ah, ecco Cheddolce! Allora, chi è stato nominato?”. “Ma cosa dici, nonnina! Io non guardo la tv spazzatura! Stavo vedendo “Ulisse”: c’era un servizio su Galileo Galilei…Pronto, Cheddonna? Come stai cara? Hai già saputo la notizia, vedo! La nonnina starà con noi per un po’…o meglio…avrei bisogno di parlarti proprio di questo…”. Il timbro vocale di Cheddolce non lasciava presagire nulla di buono. Cheddonna, infatti, sapeva perfettamente che quando la voce di sua sorella saliva di un’ottava, assumendo un tono più flautato del solito, era segno che stava per dire qualcosa di poco piacevole. Nonnanenna, intanto era andata a sedersi davanti alla televisione, rimasta accesa sui volti scavati dei naufraghi dell’isola, e ogni tanto commentava ridacchiando e scuotendo la testa. “Sai, io vorrei tanto tenere con me la nonna, ma come faccio? Ho un marito, due figli, un lavoro: una vita difficile! Non posso pensare di occuparmi anche di Nonna Nenna. Tu, invece…” “Io invece cosa?” urlò dentro di sé Cheddonna “ Ti rendi conto che ho la baby-sitter malata?” Ma tutto quello che riuscì a dire fu: “Certo, ti capisco, dobbiamo trovare una soluzione! Potremmo cercare una di quelle belle case di cura…” “Ma tesorooo! NonnaNenna ha bisogno di un ambiente familiare, di volti amici. Credo che l’unica soluzione sia che te ne occupi tu!” Cheddonna stava per avere una crisi di panico: se c’era una cosa che non riusciva a sopportare erano gli anziani, con tutti i loro noiosi discorsi sui bei tempi passati e le loro piccole manie, e sopra ogni cosa non sopportava NonnaNenna. Più volte, in passato, il vizio della nonna di dire sempre tutto quello che le passava per la testa l’aveva messa in imbarazzo davanti a qualcuno dei suoi conoscenti. Sembrava che la vecchietta non avesse freni inibitori: faceva commenti su quanto era invecchiata quell’amica, o su quanto era ingrassata quell’altra, o su come l’altra ancora si fosse certamente rifatta il naso… Averla in casa significava certo rischiare di dover porre rimedio ad altri incresciosi episodi del genere. “Pronto, Cheddonna, sei ancora lì?” domandò la sorella con voce che tradiva una certa apprensione. “Allora, siamo d’accordo? “ Cheddonna inghiottì un paio di volte, poi, con un filo di voce, disse: " Va bene. Di’a NonnaNenna che domani Miomarito passerà a prenderla…”

Fine prima parte (continua

)

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