“Comincio?”
“Certamente, caro! Coraggio, comporrai capolavori, credo. Cimentati con cautela.”
“Componesi così: certi capivano il jazz, canta Conte, celebre cantautore contemporaneo, cioè certe colorate composizioni con clarinetti, chitarre, contrabbassi. Corretto?”
“Così così, consentimi.”
“Come? Credevo…”
“Cribbio, capirai certamente che codeste considerazioni contraddicono certezze consolidate!”
“Cioè, concretamente?”
“Cambiare costrutto cagiona cedimenti, contraddicendo canoniche consuetudini. Capisci?”
“Cerco…”
“Corbezzoli! Concentrati con calma.”
“Come? Consigliami!”
“Cielo! contavo che capissi! Comunque, continuiamo. Confermo: ciò che cesella certe composizioni chiamasi coerenza, caratteristica che certamente contraddistingueti.”
“Credi? “
“Certo!”
“Che caos! Caracollo.”
“Cerchi conforto, consolazione? Capisco. Codesti capitomboli capitano, converrai. Coraggio, compare, caffè?”
“Certo conforterebbe: caldo, con cacao, crema, cannella…”
“Crapulone! Contieniti.”
“Corroborante caffè corretto? Con cognac? Chiedo cortesemente…”
“Chiacchiere, concentrati! Credevoti capace!”
“Capirai! Chiariscimi costruttivamente, così che capisca.”
“Capra, che credi, che “IL JAZZ” cominci con C?”
Notevole sfoggio linguistico