Dal giorno in cui si erano incontrate, nel corridoio dei box condominiali, erano passate alcune settimane e a quel “venga a prendere un caffè da noi” Cheddonna non pensava più.
Una mattina, ferma sul pianerottolo in attesa che l’ascensore arrivasse al piano, udì una voce alle sue spalle: “Buongiorno, Cheddonna! Che piacere incontrarla, come sta?”
“Buongiorno Tuttisuoi?, non l’avevo riconosciuta senza il resto della famiglia!” si scusò Cheddonna, voltandosi, sorpresa.
“Eh, a quest’ora sono tutti a scuola. Tra poco Anchemiei andrà a prenderli. Io ho recuperato Adessobasta dal nido e ora, eccoci qui!” disse, tutto d’un fiato, mentre prendevano posto nell’ascensore. “Se dopo pranzo non ha già altri impegni, la aspettiamo per quel famoso caffè” aggiunse, poi, una volta arrivata al suo piano.
Cheddonna, che non amava i luoghi affollati e la confusione in generale, celando abilmente la sua assoluta mancanza di entusiasmo per quell’idea, accettò l’invito della nuova vicina, e alle 14.30 in punto, si presentò alla porta con un’elegante confezione di biscotti da tè. “Un pensiero per i suoi bambini” disse, porgendole il piccolo vassoio, e realizzando nello stesso istante che quasi sicuramente non sarebbe bastato per tutti. Guardandosi intorno con malcelata curiosità, Cheddonna non trovò traccia di quello che si sarebbe aspettata di trovare: carte di merendine, scarpe e calzini gettati qua e là, giocattoli dimenticati negli angoli più remoti… Nel soggiorno, dove troneggiava un enorme divano rosso a dieci posti, regnava un ordine sobrio, sebbene non maniacale, e un piacevole silenzio. “I ragazzi non ci sono?” si informò Cheddonna, tanto per dire qualcosa. Le pareva evidente che non ci fosse nessun altro all’infuori di loro due. “Oh, no!” si schermì Tuttisuoi?” la prego di scusarli, ma stanno facendo i compiti…
“Donato, Diletta, Beniamino, Matteo, Teodoro, Dorotea, venite a salutare la signora Cheddonna!” e, ad uno ad uno, dai quattro angoli della casa, si materializzarono sei ragazzini tra i quattordici e i sei anni, che, dopo aver salutato educatamente, tornarono alle loro occupazioni.” Adessobasta sta dormendo, a quest’ora fa sempre un pisolino”,disse Tuttisuoi? versando il caffè a Cheddonna, “e io ne approfitto per organizzare l’agenda dei miei appuntamenti del mattino”. “Certo” convenne Cheddonna” il parrucchiere, l’estetista, la palestra…non me ne parli! Io sono sempre di corsa!Immagino lei…” “Veramente intendevo gli appuntamenti con i pazienti…sono neuropsichiatra infantile…” A Cheddonna per poco non andò il caffè di traverso.
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